La donazione di sangue

     Ma vediamo come si sviluppa una DONAZIONE DI SANGUE vera e propria.

     L’atto donazionale è preceduto da 3 preliminari molto importanti. Il primo è la raccolta, dopo la registrazione, dei dati relativi ai trascorsi di salute e alle abitudini di vita del candidato donatore (anamnesi).  L’adeguamento dell’Italia alle norme europee ha reso imperativo il coinvolgimento responsabile del donatore sollecitandone l’etica donazionale fino all’autoesclusione dalla donazione - su apposito particolareggiato modulo da compilare e sottoscrivere- se egli stesso non è sicuro dell’assoluta inesistenza di propri trascorsi patologici e di comportamenti o semplici "esposizioni a rischio”. Secondo preliminare importante è l'esame emocromocitometrico per la valutazione dei valori di emoglobina ed ematocrito (per evitare che la donazione possa nuocere al donatore) dei globuli bianchi (allo scopo di escludere nel sangue raccolto infezioni intercorrenti pericolose per il malato) e delle piastrine (la cui importanza si è vista per la raccolta in aferesi e per escludere problemi della crasi ematica).

Infine la visita medica con la registrazione dei dati somatici del donatore e specie con la valutazione delle sue condizioni cardio-circolo-pressorie, rappresenta il terzo momento dell’idoneizzazione del donatore da parte del medico che, se lo ritiene opportuno, potrà estendere l'esame obiettivo del candidato ad altri organi ed apparati o prescrivere accertamenti aggiuntivi a quelli previsti dalla legge sul sangue raccolto e di controllo sanitario sul donatore, che sono oggetto di altro capitolo.

     Si passa finalmente alla donazione vera e propria che viene ovviamente effettuata - prego verificare di persona, anche fuori da donazione - con materiale sterile e monouso (donde l’assoluta impossibilità di qualsiasi rischio infettivo per il donatore! Nessun donatore mai al mondo si è infettato per epatite, AIDS e quant'altro per una donazione di sangue!!!). Il volume della donazione poi è assolutamente personalizzato e comunque non supera mai 1/12 del volume circolante, cosicché l’emoglobina cala in media appena di un grammo sui 14-15 di partenza e l’ematocrito di circa tre unità sulle 45 iniziali: quindi decrementi assolutamente irrisori! Ovviamente il controllo da parte del personale del Centro Trasfusionale è costante durante tutto il prelievo (e continua anche dopo, durante il ristoro), la cui durata in totale non supera di regola i 7-8 minuti, salvo per l'aferesi (v. poi).

    Quella descritta è la tradizionale donazione di sangue in toto, dopo la quale (con l’uso di strumenti semplici quali una centrifuga ed un estrattore di plasma), si isolano -è quello che chiamiamo il frazionamento-, nelle varie sacche di plastica, collegate a quella madre in cui si è raccolto il sangue, i vari emocomponenti : globuli rossi (conservati a 4-7 gradi per 42 gg.), plasma (che, conservato come plasma fresco congelato, può essere trasfuso a pazienti con problemi plasmatici -specie di natura coagulativa- oppure stoccato per 2 anni a meno 80 gradi per essere inviato all'industria che ne estrae gli  emoderivati di cui s'è detto altrove) e piastrine (conservate a temperatura ambiente e in agitazione per 5 gg.). E’ possibile oggi, attraverso macchine dette separatori cellulari (in cui vengono montati dei kit di lavoro anch’essi ovviamente sterili e monouso) donare, mediante una procedura detta aferesi produttiva, anche direttamente ciascuna di queste frazioni del sangue: Esiste dunque la plasmaferesi -particolarmente adatta a chi ha un'emoglobina tendenzialmente bassa e una protidemia di almeno 6 gr.- (l'intervallo tra due aferesi è di almeno 15 gg) e una piastrinaferesi -se le piastrine sono oltre 180.000- di cui si possono praticare fino a 6 procedure l'anno (ricordiamo che l'intervallo tra due donazioni di sangue intero non può essere inferiore a 90 gg. con al massimo 2 donazioni l'anno per le donne fertili). Gli emocomponenti possono essere donati anche variamente combinati (con la procedura della "Multi Component Collection") - concentrati e trattati in modo ideale per una trasfusione la più efficace e sicura possibile (ad es. le piastrine da aferesi evitano il formarsi di anticorpi nel ricevente che ne abbisognasse di grosse quantità e che perciò lo renderebbero intrasfondibile). Ma i vantaggi non riguardano solo il ricevente. Infatti i più moderni separatori sono dei computers che consentono di personalizzare pienamente le donazioni sulle caratteristiche biometriche di ogni donatore. Impostati tali dati, la macchina stessa consiglia le opzioni possibili ed i prelievi ideali per quel soggetto impostandoli sugli emocomponenti di cui è più ricco. Per completezza ricorderemo che è possibile persino prelevare con questo procedimento le pochissime cellule staminali circolanti per un allo- e specie un auto-trapianto midollare. In tutti questi casi ovviamente la durata della procedura è variamente più lunga, ma sempre in termini più che ragionevoli. Per un ospedale che fa dell'ematologia, come è oggi Salerno, raccogliere il sangue con questi sistemi è irrinunciabile nella cura dei malati: è opportuno, e lo auspichiamo senz'altro, allestire anzi dei registri di donatori in aferesi. Come già detto altrove, sollecitiamo i donatori ad orientare il loro dono a questa procedura che mentre preleva solo quello di cui il donatore è più ricco consente trasfusioni con emocomponnti più puri e concentrati.

     Terminata la donazione, si consuma del caffè (che con la sua azione vasocostrittiva ed analettica bulbare dà….la carica), dei liquidi (che avviano il ripristino della massa circolante persa, come vedremo) e anche qualcosa da mangiare (che, ristabilendo l’omeostasi, migliora il senso di benessere): è il ristoro post-donazionale. Questa fase finale dell’evento donazionale coincide con un progressivo riacquisto della stazione eretta (dalla posizione sdraiata del prelievo), il che evita il famoso “capogiro” che tutti i donatori - ma direi meglio i non donatori - temono. Con il timore dell’ago, è questa la remora più grossa per cui il neofita si sottrae alla donazione. Ma mentre per la paura dell'ago possiamo fare poco oltre che assicurare -provare per credere!- essere poco dolorosa per il particolare trattamento del materiale (moltissimi dicono di aver sentito più la puntura per l'emocromo che quella per la donazione), circa la patogenesi dellalipotimia , come la chiamiamo noi, è ormai definitivamente accertato essere esclusivamente di natura emotiva. Ve ne do solo alcune prove: intanto, noi diciamo che è "infettiva" perché se in una sala di donazione capita in un donatore, man mano si estende anche ad altri che fino a quel momento "stavano bene"; si è verificato essere più frequente in coloro che effettuano non una donazione di sangue ma un semplice prelievo per analisi (eppure in tal caso il sottratto è appena di 5 - 10 grammi: ciò dimostra che causa della lipotimia non è certo la quantità eccessiva del sangue donato); a conferma di ciò, è molto più frequente nei maschi nei quali, proporzionalmente al peso corporeo ed alla massa circolante, la quantità prelevata è mediamente minore che nel sesso femminile (in cui davvero è eccezionale); ancora, è più frequente negli spettatori alla donazione che nei donatori stessi; inoltre, anche “curato” magari anche solo con due dita d’acqua (in cui però il donatore crede sia stato aggiunto un analettico), egli si sente… subito meglio. Pensate, talora lo svenimento è capitato anche in chi sentiva solo parlare della donazione (non vi assisteva neanche, come d es. nella sensibilizzazione nelle scuole)... E’ evidente dunque che la lipotimia è un problema-non problema, per il quale è il medesimo donatore il peggior nemico di sé stesso. Anche perché, già durante la donazione, si mettono in moto dei meccanismi di recupero davvero efficienti, direi anzi sorprendenti, che portano il soggetto al completo ripristino in pochi minuti e dei quali parleremo in un altro capitolo.    La donazione resta comunque un momento importante ma anche delicato della Ns. vita: è opportuno ad es. che, per evitare problemi al ricevente e negli esami, si evitino nelle 24 ore precedenti pasti abbondanti mentre, per evitare problemi al donatore, si consiglia un buon riposo la notte precedente e, nel giorno della donazione, di bere molto, di evitare sforzi prolungati e lunghe esposizioni al calore in luoghi chiusi (bene non fumare e consumare alcoolici nelle prime due ore).

     Come si vede, la donazione di sangue non è un’avventura ma un atto medico che si fonda su precisi presupposti fisiologici. Ad essa si dà luogo intanto solo dopo aver verificata la perfetta idoneità del donatore (come s'è detto), poi nei volumi e nei modi perfettamente rispondenti alle sue caratteristiche biometriche ed infine con tutti i controlli necessari, di cui parleremo in seguito. Questi, mentre garantiscono al ricevente un prodotto sicuro, evitano che al donatore possano insorgere problemi. Mai, anche a distanza di decine di anni di militanza donazionale. Ad esempio già a Salerno non sono rari donatori che, come il sottoscritto, sono arrivati al “buon risultato” di una sessantina di donazioni mentre una dipendente del S.I.T. di Salerno, quindi di sesso femminile, di peso poco oltre i 50 Kg. e con un valore pressorio abitualmente estremamente basso, ha superato le 100 donazioni. Ma in Italia esistono anche donatori non lontani dalle 170 donazioni. Riflettiamo un attimo: se una sola volta tutti costoro avessero avuto un problema, certamente non avrebbero raggiunte queste... performances, diciamo così. Inoltre il personale dei S.I.T. - ben conoscendo le necessità dell’ospedale - è molto spesso esso stesso donatore: ne saprà abbastanza sulla donazione (soprattutto se è medico specialista nella branca e responsabile della sezione donazioni del Ns. Ospedale per oltre 30 anni, com'è chi scrive) per essere a conoscenza di sue eventuali pericolosità.

      I donatori  non sono eroi o superuomini; si tratta semplicemente di persone perfettamente normali con, in più, solo tanta tanta buona volontà. E che, per questo, più che lodati, speriamo siano il più possibile imitati....,anche da te, si proprio da te che mi leggi!