La "V.O.S.S."
La V.O.S.S. è l’associazione dei donatori “Volontari Ospedalieri Sangue di Salerno”.
E' quello, dei tre "attori dell'evento donazione/trasfusione" (istituzioni, tecnici e volontariato), sicuramente insostituibile. Infatti, circa le istituzioni, salvo che per un compito di legiferazione -ed anche quello poco puntuale-, non mi pare di aver visto mai un loro intervento concreto nella vicenda donazione sangue, almeno dalle nostre parti (invece in altro capitolo riporto l'esperienza dell'Emilia, che rendeva ragione dell'enorme efficacia della loro raccolta di sangue: negli anni '70 a Bologna, tenendo presenti il numero di abitanti e l'estensione delle rispettive provincie, si prelevava circa 90 volte quanto a Salerno.....!). Circa i tecnici (medici, infermieri e tecnici dei centri trasfusionali) ovviamente hanno competenze e responsabilità prettamente sanitarie (insomma si occupano dell'aspetto medico, clinico o di laboratorio, della raccolta di sangue) per cui la donazione come atto sanitario è di esclusiva spettanza del secondo "attore" della donazione, i tecnici appunto. C'è infine il volontariato: cioè i donatori (il "sine qua non", gli "operatori" fondamentali insomma della raccolta) e le Associazioni che li organizzano, i cui compiti ed impegni -ma anche limiti- è necessario conoscere meglio e su cui vogliamo informarvi per evitare confusione di ruoli che portano talora i donatori a richiedere da uno degli "attori" un impegno che è di fatto competenza di un altro. Lo verifichiamo quotidianamente dalle telefonate e dalle mail che riceviamo dai Ns. associati, spesso lamentele che non sempre tengono presenti appunto rispettive competenze e campo d'azione.
Tornando alla V.O.S.S. dunque, la Ns. Associazione è nata nel 1993, quando all’Ospedale di Salerno si raccoglieva la metà di quanto occorreva, quasi esclusivamente da donatori occasionali per donazioni sostitutive o “dedicate” ai propri parenti. Né era pensabile di poter contare sulla locale A.V.I.S. che, autosufficiente a sua volta per poco più della metà, acquistava al Nord parte di quanto mancava sul territorio. La situazione al “Riuniti” peraltro era diventata ancora più critica causa l’apertura nell’ospedale di Salerno di reparti ad altissimo consumo di sangue e spesso in emergenza (per cui era impensabile il ricorso alle "donazioni dedicate") quali la Chirurgia Vascolare, la Neuro- e specie la Cadio-Chirurgia. Nacque così, per iniziativa personale da un piccolo nucleo di donatori, abitualmente chiamati per donare sangue ai bambini talassemici curati presso il Ns. S.I.T., e a seguito di eventi promozionali presso alcune parrocchie di Salerno e talune aziende del salernitano, una nuova realtà donazionale, la V.O.S.S. appunto.
Come per tutte le associazioni di donatori di sangue, quattro erano e sono i compiti istituzionali fondamentali che la società le richiede, distinti ma conseguenziali. Il primo di penetrazione nell'opinione pubblica con la creazione di una cultura sociale della solidarietà: partendo dalla sensibilizzazione alla gravità del problema sangue e dalla promozione della donazione attraverso iniziative incentivanti (di cui parleremo), si sviluppa attraverso un'informazione qualificata a livello di parrocchie, aziende, comunità, gruppi sportivi e di volontariato, ma in particolare a livello scolastico. Il secondo compito, conseguente, è il reclutamento di donatori (a livello scolatico appunto -v. poi- e presso la stessa sezione donazioni dell'ospedale, con la proposta e l'eventuale adesione dei donatori occasionali, o finalizzati, alla donazione periodica). Segue nel tempo il terzo compito, quello della chiamata periodica alle donazioni attraverso la convocazione telefonica dei propri associati, con lo scopo ai tempi della nostra nascita di una raccolta più congrua alle necessità di un ospedale in crescita ed uno più lontano, ma molto ambizioso - e che a quei tempi sembrava un sogno - del raggiungimento dell'autosufficienza ed oggi per assicurare di routine quanto occorre ai nostri pazienti ed in particolare per supportare le occasionali emergenze stagionali o di gruppo sanguigno secondo richiesta del S.I.T. Fondamentale infine la fidelizzazione dei propri associati specie attraverso le tutele sanitarie di cui diremo, ma con iniziative incentivanti per i gruppi del territorio e con l'assistenza alla donazione da parte dei responsabili sanitari dell'Associazione sia a livello ospedaliero che territoriale per preservare negli anni quel patrimonio di generosità che i donatori periodici rappresentano per la salute dei nostri ammalati.
Ma sin dalla sua nascita la VOSS ha voluto aggiungere a questi un quinto compito, che la distingueva da tutte le altre associazioni, anche del Nord: una maggiore attenzione, una speciale cura del donatore per garantirgli un ritorno, sia pure in forma diversa, di quella salute che egli offre ai Ns. malati. E ciò per varie vie:
- Screening profilattici - nei donatori ultraquarantenni e con frequenza annuale - dei tumori a più alta incidenza: mammario (con visita senologica e mammografia, che però attualmente per legge è assicurata dall'ASL), digerente (con sangue occulto nelle feci ed endoscopia digestiva), dell’utero (con visita ginecologica, PAP tet ed esame citologico) e della prostata (con esame delle urine e visita urologica mentre il PSA dal 2011 è a cura del Servizio Immuno-Trasfusionale)
- Screening della celiachia secondo necessità;
- Controlli cardiologici (con visita ed ECG), nei casi sospetti alla visita per l'accettazione alla donazione, e profilassi delle malattie ateromasica (ecocardio e doppler dei tronchi sovraortici), coronarica (con prova da sforzo nei donatori sintomatici o con più di un fattore di rischio -fumo, dislipidemia, diabete, ipertensione, obesità, familiarità, sedentarietà-) e, recentemente, ipertensiva (con holter pressorio);
- Ecografia epatica nelle ipertransaminasemie non virologiche;
- Omaggio dei sali di ferro come integratori dietetici nella prevenzione della sideropenia.
Talune convenzioni con operatori commerciali, legali, assicurativi, sanitari, turistici e del tempo libero di Salerno offrono ai donatori qualche vantaggio nella vita di tutti i giorni ed hanno una finalità promozionale (vista l'assenza in tal senso delle istituzioni).
L’assoluta trasparenza dei bilanci, sotto controllo dei revisori dei conti, e dell’operato del Consiglio Direttivo della VOSS, i cui verbali assembleari - per la più ampia partecipazione possibile - sono nella bacheca della sede sociale (per consentire ai donatori di entrare, con critiche e consigli, nella vita stessa dell’Associazione), sono infine un’utile garanzia anche dell’aspetto gestionale della VOSS. Per un’associazione che si occupi e debba gestire un aspetto socio-sanitario così delicato come la raccolta del sangue è evidente infatti che la trasparenza sia essenziale per godere della fiducia dei suoi soci e dell’opinione pubblica.
E gli uni come l’altra hanno dimostrato sin dall’inizio di aver pienamente compreso la singolarità della V.O.S.S. cosicché, con la sua nascita, la realtà trasfusionale nell’ospedale di Salerno e nella intera provincia è completamente mutata: nel 1993 il numero delle donazioni presso l’ospedale (che nel ’92 erano state ca. 3200) ha superato di poco le 5.000, nel ’94 le 7.600, nel ’95 le 10.000 e fino alle 11.600 nel ’96, grazie anche al confluire nel Ns. Ospedale, come per legge ma a partire dalla 2^ metà del ’95, dell’importante cespite dei donatori dell’A.V.I.S. In questi ultimi anni una raccolta superiore alle 11.000 sacche hanno garantito all'ospedale di Salerno l'autosufficienza ma anche di aiutare il Centro Regionale di Coordinamento e Compensazione di Napoli. A seguito di nuove esigenze quali l'apertura dell'ematologia e l'essere divenuti centro di riferimento per 3 ospedali della provincia però, pur avendo raggiunto e superato il livello di 12.000 sacche, negli ultimi 2-3 anni s'è dovuto far ricorso ad approvvigionamenti aggiuntivi per cui c'è daccapo da "rimboccarsi le maniche". Ugualmente importanti sono stati i risultati relativi alla qualità del sangue raccolto e che abbiamo visto essere strettamente legata al numero di donatori periodici: bene, le donazioni da periodico, partite da 1 su 27 nell’anno della Ns. nascita, sono arrivate a quasi 4 su 5 negli ultimi anni (performances che ci mettono a livello dei migliori SIT italiani). Meno bene va, come s'è detto altrove, per la raccolta di plasma di cui tutta la Campania soffre la grave carenza, in particolare quello da aferesi.
Le donazioni per la VOSS, che nel 2000 erano state 2665, nel 2001 sono passate a 3650 (con un incremento del 29%!) per arrivare ad oltre 4000 nel 2002 e fino a 4500 nel 2003, livelli mantenuti, in costante aumento, in questi anni fino ad arrivare alle 5.000 di questi ultimi (quasi 5200 nel 2014). In pratica la VOSS da sola raccoglie quasi la metà di tutto il sangue da periodico. Inoltre i Ns. iscritti nel 2016 con una progressione costante hanno superato la quota 9.000, anche se al lordo di inattivi quali malati, raggiunti limiti d'età e in terapia (vedi poi).
Importanza fondamentale nella nostra crescita ha avuto poi il Ns. progetto scuola (è il nostro sesto punto qualificante) che, oltre a fare cultura della solidarietà nelle nuove generazioni, consentiva di abbassare l'età media dei nostri donatori. Dopo una prima esperienza a livello dell'Università di Salerno, interrotta perché non ci sono stati più concessi spazi per la raccolta, mi sono rivolto agli istituti superiori di Salerno (e, più di recente, al liceo di Roccapiemonte). Sensibilizzato a monte il provveditore, dopo una mia presentazione ai presidi, con l'aiuto dei referenti -di solito i professori di scienze- si somministrava ai giovani un questionario dal quale ci si faceva un'idea del loro entroterra psicoculturale nei confronti della solidarietà e della loro disponibilità alla donazione. Poi li si incontrava per un'informazione sul problema sangue e trasfusione ed infine li accompagnavo, anche per una logistica a norma di legge, con un nostro pullmino con medico a bordo (per la più completa tranquillità di scuola, famiglia ed ospedale) al Servizio Trasfusionale per la loro prima donazione. Concorsi a premi per i migliori elaborati su donazione e volontariato evidenziavano l'impatto di crescita che l'evento aveva avuto sulla psiche degli interessati. Anche questa esperienza però non ha avuto seguito da un lato per problemi di iperlavoro a livello ospedaliero e dall'altro per le difficoltà avute con gli insegnanti (perché gli studenti, secondo molti professori "non potevano perdere tempo...." e perché per la maggioranza dei docenti la donazione richiedeva -nonostante riguardasse solo i maggiorenni- l'autorizzazione dei genitori, ovviamente restii a concederla perché ovviamente la cosa induceva a sospettare un rischio insito).
Nell'ambito infine delle attività promozionali realizzate dalla VOSS di cui si diceva all'inizio, si sono concretizzati negli anni: omaggi di presidi sanitari per i gruppi periferici (es. kit di rianimazione per il liceo di Roccapiemonte, defibrillatori per i gruppi di San Cipriano Picentino e Castel San Giorgio, sistemazione di ambulanza e mezzi per la raccolta di cordoni ombelicali per quello di Bracigliano oltre a tute per i volontari dei vari gruppi di volontariato), ristoro dei donatori per raccolte sul territorio, omaggi per studenti e referenti delle scuole, contributi per gruppi di giovani sportivi e perfino invio ad "AMREF", "Save the Children" e specie a "Medici senza Frontiere" di una percentuale di quanto pervenutoci dalla convenzione con l'Azienda Ospedaliera.
Ma per la generosità dei Ns. donatori ci sembra sempre di fare troppo poco......Tanto di più meriterebbero, e non solo dalle associazioni.....
Ma l'orgoglio più grosso della V.O.S.S. resta di essere divenuta negli anni determinante nella soluzione del problema sangue dell'Ospedale della nostra città, per quantità e qualità!
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Un orizzonte roseo? Forse! Ma guai ad abbandonarsi a comodi ottimismi perché grosse nubi sono sempre presenti: intanto si è visto che, pur con un incremento significativo delle donazioni negli ultimi anni, per il subentrare di nuovi consumi si va subito di nuovo in affanno; eppoi il nostro indice di donazione -cioè il rapporto tra donazioni e numero di donatori- è appena 0,7 (mentre l'ottimale sarebbe 1,5, tipico delle regioni in cui i donatori sono più puntuali). Se poi si tiene presente che, per archiviazioni, raggiunti limiti d'età, dimissioni, revoche, malattie, irreperibilità e stanchezza, si perdono in media 850 donatori l'anno ci si rende conto che annualmente 1/10 della nostra popolazione sparisce (una specie di "Tela di Penelope"). Significa che perché l'Associazione non scompaia dovremmo associare almeno 3 nuovi donatori al giorno, il che è praticamente impossibile. D'altronde, anche laddove le cose camminano alla perfezione, in 5 anni va perso un terzo del patrimonio di donatori. E da noi non tutto cammina per il meglio: dal disagio e dalla spesa per donare in un ospedale decentrato (donde il nostro sforzo per creare al centro della città, nella nostra Sede Sociale di via L. Guercio, un punto di raccolta più comodo per i donatori -operazione partita nell'aprile 2013 ed ancora non operativa, in attesa dell'OK regionale), al parcheggio distante, alle attese che i donatori lamentano troppo lunghe, all’età media della popolazione dei nostri donatori (40 anni circa), che deve assolutamente calare verso i giovani, che sono il vero domani della donazione di sangue, e così via.
E’ perciò che i donatori devono aumentare e di molto: intanto perché un impegno esiguo è punitivo per il malato; poi perché è meglio, a parità di raccolta, siano molti a donare; ancora, perché se molti donano, tanti altri imparano che questa è la norma (quindi un imput emulativo: e, d'altronde, basti pensare che i figli di donatori di solito lo sono essi stessi...); infine perché siamo tutti nella stessa barca: o tutti salvi o… no.